Storia
PAROLA DI PASQUALE DE GREGORIO
In un pomeriggio d'inizio autunno del 1993 venne a cercarmi al circolo/cantiere FIAD-Spinnaker della Fiumara Grande di Fiumicino, dove tenevo ormeggiata la mia Gilma Express, Roberto Mannucci. Voleva il mio parere sull'idea di organizzare una regata d'altura che avesse come base di partenza e d'arrivo proprio il porto di Fiumicino e che potesse nel tempo affermarsi come una classica del calendario velico nazionale, uscendo dai ristretti confini di un evento di ambito locale.
L'idea era stimolante e fece subito correre la mia mente all'esperienza delle regate open adriatiche, Cinquecento per 2 in testa, cui avevo partecipato ogni anno dal 1986 al 1990.
Risposi quindi a Roberto che se si voleva dar vita ad una competizione che si imponesse all'attenzione generale e che fosse attrattiva di potenziali partecipanti non soltanto locali si doveva:
1) uscire con una formula, equipaggio di due sole persone, e con un percorso di lunghezza tale da richiedere impegno e capacità importanti ai concorrenti;
2) garantire, attraverso la piombatura dei motori, il corretto svolgimento della competizione e quindi operare, di necessità, in un ambito dove si potesse disporre dei mezzi (e delle persone) occorrenti alla bisogna;
3) provvedere a dislocare lungo il percorso giurie che in punti determinati prendessero nota dei passaggi dei concorrenti;
4) assicurare infine ospitalità gratuita alle barche partecipanti.
Conclusi che tutto ciò mi appariva difficilmente compatibile con la scelta di Fiumicino, anche per i noti problemi di barra alla foce del Tevere e del porto canale, e che l'ideale sarebbe stato poter contare sulle strutture e risorse del Porto Turistico Riva di Traiano
Dopo una iniziale titubanza, Roberto aderì in toto al mio suggerimento e, messi a segno percorso e cancelli, ci recammo a Riva di Traiano.
Ci accolsero il compianto “Paolone” Venanzangeli, notissimo giornalista sportivo di Nautica fondatore e animatore del CNRT, e il Direttore del Porto Massimo De Notti. La loro adesione alla nostra proposta fu immediata ed entusiastica. Importante fu anche il contributo che successivamente dettero alla definizione di alcuni aspetti organizzativi dell'evento.
Pubblicammo quindi l'avviso di regata per l'aprile 1994, convinti che sarebbe stato già un successo poter vedere allineate alla partenza una ventina di barche.
Ci eravamo sbagliati alla grande! Le barche furono 54, di ogni genere, da regata (fra cui il nuovissimo KODAK 50 di Soldini) e non. Un successo a 360 gradi, completato al rientro delle barche partecipanti dai commenti emozionati ed emozionanti degli equipaggi, tra cui coppie di padri e figli e donne con marito o compagno.
Per noi organizzatori la soddisfazione di aver ideato e poi realizzato un evento, con un percorso da sogno e arricchito in seguito dalla ROMA per Tutti e per Uno, assolutamente unico nel panorama della vela tirrenica, in grado di proporsi come preziosa fonte di nuove esperienze e capacità marinare.
PAROLA DI PRESIDENTE
“Dedicata ai marinai veri, che amano il mare e il respiro dei grandi spazi” recitava la dedica della Roma per 2 e furono proprio quelli non famosi (allora), che accarezzarono l'idea di cimentarsi in una gara dura e probante e che accolsero con più entusiasmo l'idea.
Nella solitudine più assoluta, forti soltanto della loro perizia e della fiducia che riponevano nel proprio mezzo, le coppie di navigatori si allontanarono dalla linea di partenza con la speranza di rivederla al più presto, ma solo perché essa rappresenta anche il traguardo, altrimenti ben lungi da tutti l'idea della terra, se non quella a cui girare intorno, magari in una notte di plenilunio.
Navigare in due è come navigare da soli, l'altro dorme sempre, è il suo turno, solo in emergenza si lavora insieme. Tutti sono protagonisti, tutti hanno una sola missione: arrivare al traguardo anche se quelli di cui si parlerà di più saranno sempre i soliti.
Il numero di maggio 1994 del Giornale della Vela usciva con una copertina in cui, in primo piano, si vedeva una randa immensa in cui la scritta Kodak emergeva vistosamente sovrastando la nuova, innovativa barca di Giovanni Soldini. L'immagine era quella della partenza della 1a Roma per 2, il triangolo più lungo del Tirreno, che con le sue 535 miglia di percorso mostrava agli esterrefatti regatanti le 10 isole più belle del mondo.
Soldini non era stato il primo a tagliare la linea: molto più piccola, era inquadrata una barchetta da crociera di 11 metri che, per un colpo di fortuna e anche per merito del timoniere era riuscita a partire per prima sia pure per pochi istanti.
Era la barca di uno di quei “gentleman” della vela che pochi anni prima era stato tra i soci fondatori del Circolo Nautico Riva di Traiano. Quella prima edizione fu contrassegnata da un tempo quasi estivo dove la bonaccia la fece da padrona. Ovviamente Soldini con il suo “mostro” arrivò per primo, e quella barchetta crocierosa arrivò fuori tempo massimo, dopo otto giorni di navigazione statica. Ma che soddisfazione, che gioia
Così Paolone Venanzangeli scrisse la cronaca di quel primo arrivo:
“Arrivando alle 17,04 di venerdì 29/4/1994 si è aggiudicato la vittoria assoluta e della prima classe “Kodak” timonato da Giovanni Soldini e Piero Quintavalle. Nella nottata sono giunti a tagliare la linea tra la boa e l'albero dei segnali di Riva di Traiano “Nastro Azzurro” di Giorgio Saviotti e Mauro Piani e quindi “Mucillagine Rosa” di Egidio e Luca di Rosa, entrambi intorno alle 22.00 con una decina di minuti di distacco l'uno dall'altro.
E' stata quindi la volta di “Anicaflash-Juno” di Bert Mauri e Gabriele De Bono; ma la prestazione eccezionale è stata quella di “Nat” portato da Nicola Borsò e Roberto Gagliano (in realtà la coppia era Angiolo Borsò e Roberto Gagliano ndr.) che, tagliando alle 23.30 coglieva, insieme al quinto posto assoluto, la vittoria nei quarta classe.
Dietro di loro “Darling”, il primo dei trimarani al comando di Roberto Mannucci e Vincenzo Corvasce e quindi “Gilma Express” di Pasquale de Gregorio, che ha corso tutta la regata con uno degli stralli di prua staccato e la randa strappata. A mezzanotte e venti ha quindi tagliato “Ciao Vento” di Paolo Ranalli e Leonardo Servi, vincitori tra i terza classe, mentre si è dovuto attendere le 12 e 17 di oggi (30/4/1994) perché portassero a termine il loro sforzo Alberto Magni e Umberto Ricci che a bordo di “Whisky Bravo” si sono aggiudicati la vittoria tra i quinta classe ed il tardo pomeriggio per i vincitori, tra i piccoli sesta classe, del three quarter modificato “Fare Vela” al comando del “duo editoriale” Magnini-Colivicchi.”
Dal giorno dopo si cominciò a pensare all'edizione dell'anno successivo.
Grande amante delle regate d'altura, Carlo di Mottola venne ad osservare la partenza della prima edizione della Roma per 2 e disse a Paolo Venanzangeli: “Dobbiamo organizzarla anche per barche in equipaggio”. Così un anno dopo, nell'aprile del 1995 venne aperta la partecipazione alle barche in equipaggio che ampliò ulteriormente il numero dei partecipanti. Anche Don Carlo di Mottola era con il suo “Chica Tica III” allo start della prima edizione della Roma per Tutti.
Ma le cose in quell'anno andarono in modo totalmente diverso!
Le miglia, l'acqua salata, la fatica, la genialità di andare solo e rigorosamente a vela avevano incrociato e conquistato come un “Brivido Caldo” tutta una categoria di regatanti.
Quello della barchetta di 11 mt convinse altri soci ed amici, senza peraltro fare grande fatica, a tuffarsi nella grande altura e a preparare per bene le loro barche.
Rande nuove, per lo più interamente steccate, 2 giochi di vele, leggere e per venti forti, spi, gennaker etc.
Il tempo, quell'aprile del 1995, alla partenza è già duro. Al disimpegno di Capo Linaro si è tutti bagnati ma tant'è: la regata è lunga.
La discesa verso Lipari, finalmente con un tempo decisamente migliore, porta le barche a passare il controllo di Lipari a ranghi serrati. L'euforia a bordo delle prime barche è alle stelle, la stanchezza sparita, non si pensa minimamente ad ascoltare un bollettino meteo. Completamente invelate le barche cominciano la risalita con un passo eccellente.
Ed ecco sua maestà il vento! Prima 20, poi 25 nodi, si scarrella la randa, poi la si lasca poco poco, la barca vola ma è ancora abbastanza equilibrata.
Notte fonda, il vento aumenta ma anche il mare. Quando arrivano i 35 poi i 40 la barca non la si tiene più.
Quella edizione vide l'80% delle barche ritirate ed anche il vincitore Vittorio Malingri con il suo Moana '60 dovette entrare nel porto commerciale di Civitavecchia perché l'ingresso di Riva di Traiano era reso impraticabile dalle onde di libeccio.
Anche sul “Chica Tica III”, passando vicino a Capri al ritorno, qualcuno pensò di fermarsi, ma Don Carlo fu irremovibile: “si continua!” e vinse. Aveva 84 anni, era il regatante più anziano della regata e quando, appoggiandosi al bastone cui lo costringeva una caduta da cavallo, salì sul gradino più alto del podio, la grande folla intervenuta gli riservò una interminabile e commovente standing ovation. Da allora la “Coppa Don Carlo” è un trofeo Challenge perpetuo che premia il vincitore della Roma per Tutti.
Era l'inizio del mito per molti di noi!
Queste prime due edizioni espressero i limiti, il range operativo in cui la regata nelle 27 edizioni successive si sarebbe sviluppata. Forse non ci fu mai più una bonaccia cosi perdurante come nel 1994, ma il tempo molto cattivo ha colpito anche altre edizioni.
Questo è lo spirito della Roma per 2 e Roma per tutti. Sono passati trenta anni, le barche che partecipano oggi sono bellissime e preparatissime, gli equipaggi possono usufruire di supporti tecnologici ed informatici straordinari, i tempi di percorrenza si sono ridotti tantissimo, ma il fascino della regata, della meteo così imprevedibile e del suo straordinario percorso sono rimasti gli stessi.
Nel corso degli anni la regata ha subito alcune piccole trasformazioni: è stato abolito il passaggio a Capri ed inserito quello a Ventotene, sono stati introdotti i compensi inizialmente non previsti e così via….Edizioni particolarmente dure, si sono alternate ad edizioni miste di tempo buono e assai duro e persino un paio di volte ad edizioni contraddistinte dalle bonacce.
Nel 2001 due “mostri sacri” della vela mondiale, il francese Bruno Peyron (triplo detentore del Trophée Jules Verne) e l'americano Skip Novak (quattro Whitbread Round the World, ora Volvo Ocean Race) stabiliscono sul catamarano oceanico CRS INTERNATIONAL NETWORK il record assoluto della Roma (tuttora imbattuto) in 37h 48' 24”.
E' stato, inoltre, uno dei primi anni dove è stato possibile seguire le regate da remoto, difatti è stato possibile seguire la serrata lotta tra i diversi equipaggi anche su internet, grazie all'installazione su alcune barche dell'Orbcom Telespazio, un ricevitore GPS con trasmettitore satellitare.
Viene anche istituita la “corta” chiamata “per tutti Cruise” a cui seguì la “per 2 Cruise” con percorso Riva di Traiano – Capri – Riva di Traiano e che si trasformò, a partire dal 2010, in Riva per 2 e Riva per Tutti con Ventotene come boa da lasciare a dritta.
E' stata pensata come prova finalizzata alla formazione di nuovi equipaggi che con la partecipazione alla regata con percorso “ridotto” (218 miglia!) possano acquisire esperienza e qualificazione tecnica per affrontare in seguito la più impegnativa prova su percorso completo.
Nel 2014 fu chiaro che 20 anni di successi avessero consentito di accumulare un bagaglio di esperienze, di confronto con mille problematiche e anche di affrontare emergenze che hanno costituito una straordinaria esperienza collettiva per il nostro Circolo. Ed era naturale, come logica evoluzione, che nascesse la Roma per 1: la prima grande regata in solitario proposta in Italia.
Avevamo ben chiari i problemi che ci si ponevano di fronte: primo fra tutti, la sicurezza.
Quindi la necessità di creare una griglia di criteri per l'ammissione dei partecipanti: come riconoscere chi può essere in grado di farla in sicurezza se non si chiama Pietro d'Ali o Andrea Mura o Bruno Peyron? In questo ci è stato di aiuto il bando della Vendée Globe e le normative internazionali.
Altre obiezioni sostennero che un conto è navigare in oceano dove ti puoi permettere di avere pause per il sonno, un conto è nel sovraffollato Tirreno non troppo distante dagli arcipelaghi: per questo abbiamo introdotto un corso obbligatorio per la gestione del sonno tenuto dal professor Claudio Stampi (Doctor Sleep come lo chiamavano i tecnici della NASA suoi allievi).
Lo stesso abbiamo fatto per la preparazione delle imbarcazioni: normative internazionali unite a verifiche svolte dai nostri esperti di sicurezza.
Un'altra grande questione era rappresentata dalla dimensione minima delle barche partecipanti che, in sostanza, significava riammettere o meno i mini 6.50. Già in passato la Roma per 2 aveva ammesso i mini che peraltro avevano risposto con grande entusiasmo. Poi alcuni incidenti in una edizione particolarmente sfortunata portarono ad escludere questa classe ed in genere i natanti. Nel frattempo, però molte cose sono cambiate. Questa classe si è evoluta ed i mini di oggi non hanno più nulla da scontare rispetto alle classi più grandi.
Ovviamente l'apertura di questa nuova strada in solitario fu percorsa da alcuni epigoni, ma negli anni a venire non assistemmo ad un fiorire di regate “en solitaire”.
Di questo siamo orgogliosi perché, ancora una volta, il Circolo Nautico Riva di Traiano è stato all'avanguardia nell'ideazione e nell'organizzazione del futuro.
PAROLA DI SOLITARIO
Ho l'ansia! Fra un paio d'ore partirà la ROMA X 1!
Come tutti gli anni ho paura di non aver preparato tutto per tempo. Mi basteranno gli alimenti per tutta la settimana? E l'acqua, il gasolio? È troppo, o troppo poco? Ho la sensazione che mi manca qualcosa. Quest'anno poi le supera tutte! Sento che mi manca anche la barca! Ho quel nodo allo stomaco, quel groviglio che ti arriva fino in gola che ti toglie tutta la serenità.
Non vedo l'ora di partire e tutto questo sarà finito.
L'annuncio di Barrasso che dirà “Partenza valida” sarà come una liberazione. Tutte le tensioni si allenteranno e in quel momento, come all'apertura di un sipario ci si immergerà nella grande magia della ROMA X 1. Sarà come entrare in un bosco incantato, dove tutto può succedere. Tutto e di tutto. Anche nulla.
E tutto questo da soli? No, assolutamente! Ci sarà innanzitutto la propria barca! L'amica fedele che hai accarezzato tutto l'anno. L'hai preparata a puntino per quest'occasione. L'hai sciolta e tenuta in caldo con il campionato invernale e Lei ti risponderà immediatamente. Non ti tradirà mai!
Ci saranno il cielo limpido di giorno e stellato di notte. Riconoscersi le costellazioni e controllerai che anche le altre stelle stanno a loro posto. Ci saranno le nuvole che ti parleranno e che ti diranno cosa succederà dopo. I delfini, le balene, gli uccelli, le isole, i tramonti, le albe…E il mare? Il grande amico mare. Il padrone. Il sovrano, da assecondare, da seguire, da competere ma sempre da rispettare.
Quante cose accadono alla ROMA X 1!
Ecco… mancano pochi minuti… … … ma dove sono gli altri?… … dove siete!…. …. Barrasso!!! …. comitato di regata… …comitato di regata… … COMITATO DI REGATA!!
N'do state!!!… …
Ma che minchia c'ho in mano?……….ma non è la barra del timone……… E' L'ASPIRAPOLVERE!! Maledetto coronavirus!
In realtà in quel buio 2020 neanche la pandemia fermò la Roma; non venne annullata, non si mollò mai, venne solo differita al mese di settembre:
Roma per 2 – per Tutti – per 1……..a Sud
Roma Giraglia…….. a Nord.
E fu una fantastica premiazione, sotto un feroce temporale ma che liberazione: le vele del C.N.R.T. avevano esorcizzato virus e lockdown
PAROLA DI COMITATO
3!….2!…1!…….VIA!
Che ci vuole?
Il percorso è stabilito, le boe, ovvero le isole, sono in posizione e di certo non spederanno, tutto è sotto controllo.
Ma anche no, mi viene da dire.
Rammento l'edizione del 2018 quando, a causa di una forte libecciata, l'uscita dal Porto con i suoi 3,5 metri d'onda avrebbe rappresentato un rischio da evitare. Differimento di 24 ore e poi di ulteriori 6.
E' tardo pomeriggio quando la prima barca, l'eroico solitario Oscar Campagnola assistito dai mezzi dell'organizzazione e del Porto, rompe gli indugi e col motore piombato esce spavaldo tra i treni di onde che ancora arrivavano. E poi, rincuorati, tutti gli altri a seguire. Partenza da terra al tramonto con onda, vento e barche che tagliano la linea…..uno spettacolo!!
Ma non ci sono solo onde e burrasche alla “Roma”… ci sono anche le bonacce che mettono a dura prova i nervi e la resistenza degli equipaggi, in particolar modo dei solitari. E allora anche in questo ci viene in aiuto la tecnologia: il telefono satellitare. Due sono gli appuntamenti quotidiani con loro per un ulteriore check dal vivo oltre quello che costantemente facciamo attraverso il tracking. Ci raccontano delle meraviglie che hanno la fortuna di vedere, delle albe mozzafiato ma anche dello stress nel sentire le vele sbattere, del poco sonno e della stanchezza che si fa sentire soprattutto nella risalita verso l'arrivo.
E poi un mattino alle prime luci: “COMITATO!!! COMITATO!!! Non è possibile!! Mario ha acceso il motore e mi sta superando… non ha neanche il genoa PROTESTO!!!”
“Sei sicuro? Rimani in linea che controlliamo anche sulle mappe del tracking” ….e mentre cerchi la barca incriminata con voce calma e rassicurante cominci a farlo parlare chiedendo cosa vede, se ci sono altre barche vicine, se il golfo di Napoli (si trova proprio lì davanti) è lo spettacolo di sempre e poi mentre lui continua ad inveire sull'avversario gli dici “Tranquillo!!! Non è Mario. Il tracking lo colloca a 12 miglia a Sud della tua posizione e anche lì non credo ci sia vento…va a 0,5 nodi”.
Ma allora anche ai novelli Ulisse le sirene fanno visita??? Sì, a volte anche sotto forma di quell'amico con il quale Michel ha fatto tante regate in “doppio” e che gli ha tenuto compagnia chiacchierando amabilmente tutta la notte precedente l'arrivo.
3!….2!…1!……arriva l'ultima barca, ammainiamo la bandiera blu dell'arrivo, sensazione liberatoria di soddisfazione….e via alla Premiazione!!!
30 anni (15-22 aprile 2023)
Riva di Traiano in festa: nuovo logo, nuova grafica per il CNRT e groppi, temporali, rovesci e perfino grandine, onde di 2 metri, vento da 3 a 20 nodi per le 35 barche al via per i 30 anni della prima regata d'altomare (così si diceva allora) del Tirreno. Una partenza “bretone” da cuori forti, attraverso un vero e proprio ciclone, con i marinai regatanti a chiedersi come una nave e delle barche possano resistere a tali forze ed un ritorno caratterizzato da una difficoltosa risalita verso Riva con ariette leggere, bonaccia ed i mille percorsi per rientrare padroneggiando il Tirreno con tanta tattica e tanti bordi. Una regata che ancora una volta parla "straniero", con una barca croata prima alla Line Honours, poi una francese ed una tedesca a seguire. E poi le targhe ed i trofei, con un “nuovo” Colosseo dal look vivace all'ombra delle vele di Riva e le prestigiose coppe challenge, alzate già per 29 volte prima da mani forti ed abbronzate, da uomini di mare. A terra a respirare e vivere questi momenti di prepartenza, così esaltanti, molti miti di ieri e di oggi; capelli e barbe qui bianchi e radi, là neri e folti e occhi scintillanti di chi ha visto e vissuto albe e tramonti in mare. La Roma ogni tanto si ammala un poco ma non muore mai. Non è la più lunga e neanche la più ricca ma è di certo la più bella da 30 anni.
E chi ha fatto trenta, può fare trentuno.